Gestione delle emozioni

Alla base del benessere psicofisico c'è un equilibrio emozionale. Riuscire a riconoscere le proprie emozioni ed imparare a gestirle fa la differenza tra una vita piena di tensioni e una vita ricca e vissuta a pieno, tra agire e reagire.

Le emozioni non sono volontarie e di conseguenza non possiamo ne crearle ne eliminarle, ma possiamo imparare ad usarle come una ricchezza, una risorsa piuttosto che come un blocco o con valenza distruttiva.

 

L' Intelligenza emotiva è la capacità di essere consapevoli dei propri sentimenti e di saperli esprimere consentendo di comprendere i nostri bisogni profondi e poterli soddisfare. In particolare, comprende tre abilità:

1- Consapevolezza emotiva: saper riconoscere come ci si sente e saper dare il giusto nome all'emozione. Per fare ciò è necessario innanzitutto accettare quello che proviamo specialmente nei casi in cui non ci piace riconoscere come parti di noi determinate emozioni, ad esempio l'invidia o la rabbia.

La decodifica delle emozioni è aiutata anche dall'attivazione di particolari parti del corpo: ognuno di noi ha una zona più vulnerabile del corpo con la quale esprime maggiormente le emozioni, qualcuno attraverso la temperatura, altri attraverso la muscolatura, oppure attraverso sindromi dolorose come la cefalea o alcuni disturbi gastrointestinali tra i quali colite e gastrite che hanno una componente psicologica elevatissima. Se non diamo la possibilità alle nostre emozioni di accedere alla nostra coscienza consapevolmente, in qualche modo esse trovano una via di espressione attraverso il corpo ed è per questo che quando il corpo ci manda dei segnali, essi devono essere presi in considerazione: hanno un significato preciso.

2- Controllo delle emozioni: dopo averla riconosciuta, possiamo cercare di controlla un' emozione. Quando un’emozione ci assale prima o poi bisognerà farci i conti, non possiamo far finta di niente e l'emozione che generalmente è più difficile da controllare è la rabbia. La rabbia, la paura, l'ansia richiedono un metodo che permetta di far fronte al loro insorgere: la rabbia scaricata direttamente si traduce in un attacco, fisico o verbale, nei confronti di chi ha causato l'irritazione; se invece viene agita indirettamente, l'aggressione sarà rivolta verso terzi, come quando siamo arrabbiati con il capo a lavoro e urliamo a casa con il partner; e c'è poi un terzo modo di reagire che permette di trasformare (sublimazione) l'energia creata dall'emozione in molti modi diversi, per esempio andando a correre o parlando con un'amica.

Abbiamo quindi la possibilità di trasformare un' emozione spiacevole in qualcosa di piacevole e costruttivo dopo averla riconosciuta e così facendo facciamo diminuire l'intensità dell'emozione facendo passare del tempo.

3- Empatia: capacità di riconoscere come si sente e cosa prova l'altra persona, ovvero saper dare il giusto nome all'emozione dell'altro una volta che ho imparato a dare il giusto nome alle mie.

Tutto ciò che proviamo, comprese le emozioni che possono apparire sgradevoli, non sono mai totalmente negative perché servono in un modo o nell'altro:

- La paura ci fa spaventare, ci fa tremare, ma ci preserva dai pericoli facendoci stare allerta

- L'invidia ci spinge al miglioramento attraverso il raggiungimento di ciò che nell'altra persona consideriamo desiderabile

- La rabbia ci da la spinta a reagire di fronte ad una frustrazione

- La tristezza ci fa fermare ed ascoltare ciò che proviamo, permette di dare il giusto spazio al dolore affinché non continui a fare male: ci permette di ricostruire.

- La vergogna ci fa capire che in quel momento stiamo cercando di essere diversi da ciò che siamo realmente, la vergogna ci permette di tornare ad essere quello che siamo.

Il senso di impotenza, di confusione , l' indecisione, ogni emozione ha un suo significato e si manifesta per un motivo, sta a noi la capacità di saperlo riconoscere.

Il rapporto di ognuno di noi con le sue emozioni si sviluppa tramite l'interazione con i familiari e le altre persone con cui si entra in contatto, con le sollecitazioni dell'ambiente, con le esperienze di vita. L’intelligenza emotiva è appresa e come tale può essere educata, quindi migliorata in qualsiasi momento della nostra vita e a qualsiasi età.

Referenze:

- La psicologia scientifica, Canestrari-Godino, 2007

- Psicologia (I vol), J.M. Darley- S. Glucksberg- R.A. Kinchla, 2004

- Intelligenza emotiva, Goleman, Rizzoli, 1995

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